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Prodotti alimentari di qualità: quali sono le certificazioni richieste

Prodotti alimentari di qualità: quali sono le certificazioni richieste

L’importanza dei prodotti alimentari di qualità in questi ultimi anni viene presa a cuore da tantissime persone, sensibilizzate dalle tematiche ambientali da un lato, e dalla possibilità di usufruire di cibo salutare e biologico dall’altro. Prima ancora che il chilometro 0 diventasse una moda, alcune sparute aziende, tra cui l’azienda agricola Turco, già si impegnavano a produrre prodotti alimentari di qualità, completamente naturali, prestando attenzione anche alle certificazioni da possedere. In particolare, l’attenzione della famiglia Turco si è focalizzata sul pomodoro, ortaggio che viene lavorato a regola d’arte per garantire al consumatore una vera eccellenza alimentare.

Un cultivar di eccellenza e pomodori irrigati con acqua salmastra

A Lesina, sul Gargano, precisamente a nord della Puglia, si viene a creare una combinazione ideale per il microclima e la coltivazione del pomodoro: tanto sole, limo e salsedine rendono infatti questo ortaggio eccezionale dal punto di vista del sapore. L’azienda agricola Turco questo lo sa, tanto che ha scelto di irrigare le piante di pomodoro con acqua salmastra, un’acqua cioè più salata dell’acqua dolce ma meno rispetto a quella del mare. Proviene da rivoli per estrazione attraverso energia rinnovabile. Il risultato è un cultivar di eccellenza e pomodori di primissima qualità.

Prodotti alimentari di qualità, le certificazioni: il protocollo GLOBALG.A.P e il marchio P.I.T. (h2)

I prodotti alimentari di qualità non possono dirsi tali se l’azienda che li produce non presenta al consumatore delle specifiche certificazioni. Un esempio concreto di azienda di qualità certificata è l’azienda agricola Turco, e di poche altre del settore che si avvalgono non solo del protocollo GLOBALG.A.P, ma anche del marchio P.I.T. Ecco di cosa si tratta.

Cos’è il protocollo GLOBALG.A.P e quali requisiti richiede

Il protocollo GLOBALG.A.P stabilisce quali sono le buone pratiche in agricoltura, ma anche negli allevamenti e in generale per tutti i prodotti della terra. È un protocollo piuttosto rigido, per cui solo poche aziende soddisfano appieno i requisiti richiesti. Tali requisiti sono attinenti a questi aspetti:

  • Innanzitutto alla qualità del prodotto agricolo: quali sono le tecniche di irrigazione, come vengono trattati (utilizzo di fitofarmaci?), come vengono protette le colture, come vengono raccolti gli ortaggi o le verdure.
  • Alla salute dell’ambiente: qual è la storia del terreno di coltivazione, ci sono siti di smaltimento rifiuti nei pressi, come viene gestita la raccolta rifiuti e l’intero sito?
  • Alla salute dei lavoratori e alla loro sicurezza, oltre che alle condizioni di lavoro nei campi.
  • Alla salute degli animali, in caso di gestione di un allevamento.
  • Alla gestione complessiva dell’azienda.

Il marchio P.I.T. (Prodotto Identitario Territoriale)

Un altro marchio fondamentale per le aziende agricole a vocazione territoriale per prodotti a km 0 è il cosiddetto marchio P.I.T. Parliamo di un acronimo che sta ad indicare un Prodotto Identitario Territoriale, cioè un vero e proprio marchio di tracciabilità. Si tratta di una certificazione, un riconoscimento, che viene attribuito dall’Accademia Europea delle imprese a tutti quei prodotti che possano essere immediatamente riconosciuti come italiani (P.I.T. Rosso) o come tipici di una certa regione (P.I.T. Bianco). I paramentri per assegnare questo marchio hanno a che fare con la provenienza del prodotto e le successive fasi della sua trasformazione e poi del confezionamento.

A queste certificazioni vanno poi aggiunti i marchi, sia italiani che europei, che garantiscono l’elevata qualità del prodotto finito, che vanno dalla D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) alla D.O.C (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), fino ai marchi I.G.T. (Indicazione Geografica Tipica), I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta), STG (Specialità Tradizionale Garantita), PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) e BIO (da Agricoltura Biologica), oltre ai presìdi Slow Food.

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